Per farci un’idea di quanto gli artisti guadagnassero in passato, ho preso come esempio la carriera di Michelangelo. Ho scelto lui perchè con i soldi aveva un rapporto particolare. Per dirla tutta era un taccagno. Non si faceva problemi a nascondere le proprie ricchezze ai familiari, viveva in una casa molto modesta e piccola nonostante potesse permettersi molto di più, mangiava poco e male per risparmiare. E poi basta pensare che dopo la sua morte è stato trovato un tesoro proprio sotto il suo letto. Detto questo, non c’è miglior artista a cui dedicare un articolo sui soldi.
Facciamo un salto nella Firenze rinascimentale.
Nel XIV secolo le monete usate a Firenze erano i ducati, i fiorini e le lire. Per fare un confronto con gli euro attuali facciamo due considerazioni:
Un buon artista in media guadagnava 10 ducati al mese
Michelangelo pagava l’affitto della sua casa 1 ducato al mese
In media un affitto di monolocale facciamo che oggi costi 500 €. Ora prendiamo la statuetta di San Petronio per cui si è fatto pagare 18 ducati. In proporzione quindi, se a 1 ducato possiamo fare corrispondere 500 €, moltiplicando 500*18, abbiamo 9000 € che sarebbe il prezzo odierno.
150 fiorini d’oro per il Bacco commissionato dal cardinale Riario.
Tomba di Giulo II a San Pietro in Vincoli.
Michelangelo incomincia a vedere grandi soldi quando si traferisce a Roma su richiesta di Giulio II. Infatti il papa aveva compreso bene che l’arte poteva essere il miglior canale per celebrare la propria grandezza e Michelangelo era al tempo, il migliore artista a cui si potesse rivolgere. Purtroppo per lui, non sapeva che lo scultore (come si definiva lui stesso) era molto attaccato ai soldi e le sue richieste di pagamenti non finivano mai. Appena arrivato a Roma nel Marzo del 1505, dopo avere già ricevuto 160 ducati per le spese di viaggio, convince subito il papa a commissionargli un progetto colossale per la sua tomba. A fine Aprile riceve così altri 50 ducati per le spese di viaggio e acquisto dei marmi a Carrara. In poco tempo Michelangelo conta altri 1000 ducati nel suo conto a Firenze, sempre versati da Giulio II.
Cappella Sistina.
Ma la tomba non era l’unico progetto per cui era stato chiamato. Nonostante i dubbi espressi da Bramante nell’affidare a Michelangelo un affresco, peraltro molto importante, il papa decise di affidare proprio a lui la decorazione della Cappella Sistina. I dubbi in realtà non erano infondati. Michelangelo infatti non aveva grande esperienza nella pittura a fresco. Basta pensare che nel 1505 aveva trent’anni e l’ultima volta in cui ci si era cimentato, era nella scuola del Ghirlandaio frequentata solo da giovanissimo. Ma il suo amore per i soldi era troppo grande per rinunciare. E come tutti sappiamo Bramante si sbagliava.
Prima dell’inaugurazione della Cappella, avvenuta il 31 Ottobre del 1512, Mchelangelo si fa versare altri 500 ducati sul conto dell’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze.
Il 18 Gennaio del 1523 Giulio II, entusiasta per l’esito della volta , gli paga altri 2000 ducati per riprendere i lavori alla sua tomba. Solo un mese dopo il papa muore, ma prima di morire, lascia ai suoi eredi Della Rovere una somma enorme per la realizzazione del progetto. Fù così che nel Maggio successivo venne stipulato un contratto che prevedeva il versamento di 16.500 ducati a Michelangelo !! Ma non solo, prevedeva anche l’usufrutto di una casa nel quartiere Macello dei Corvi, per tutta la durata dei lavori.
16.500*500 = 8’000’000 €
Facciata di San Lorenzo a Firenze.
Per la facciata di San Lorenzo quanto ha guadagnato? Il contratto viene stipulato il 19 Gennaio 1518 per la “modica” cifra di 40’000 ducati.
Secondo il ragionamento fatto sin’ora, 40000 ducati in proporzione sono
40000*500 = 20’000’000 €
Cappelle Medicee
Venuto a sapere della morte del nipote Lorenzo duca di Urbino, il cardinale Giulio de Medici si reca a San Lorenzo per incontrare il priore Giovanni Battista Figiovanni, da sempre devoto alla famiglia de’ Medici. I vari lutti avvenuti nella famiglia dei Medici, avevano infatti convinto il papa Leone X della necessità di un monumento che celebrasse la famiglia di cui appunto faceva parte. L’incarico che Giulio dà al priore è trascritto di seguito:
Noi siamo d’animo fare una spesa di circa ducati 50 mila appresso a San Lorenzo, la libreria et la sacrestìa in compagnia di quella già fatta et nome harà di cappella, dove molti sepolcri da seppellirvi li antenati mancati di vita che sono in deposito: Lorenzo et Iuliano nostri padri et Iuliano et Lorenzo frategli et nipoti. Se tu volessi la spalla porre socto al peso, io la vedrei facta.
Chi è che poteva garantire l’eccezionalità dell’opera oltre alla somma di 50 mila ducati? Chiaramente sempre Michelangelo. Tuttavia stavolta i Medici conoscendo ormai bene la difficoltà dei rapporti con l’artista, gli affidano soltanto la responsabilità del progetto e la realizzazione delle sculture, per un salario di 50 ducati al mese.
50*500 = 25’000 €
Non male guadagnare 25’000 € al mese.
Fonti:
Antonio Forcellino – Michelangelo – 2005 Ed. Laterza